White Shoes
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Descrizione
In “White shoes” , il corpo dell’autrice si mostra in tutta la sua forza individuale e politica, personale e sociale, agendo anche come simbolo. Nona Faustine si ritrae in alcuni luoghi di New York che sono stati centrali nella tratta degli schiavi, luoghi ora misconosciuti all’opinione pubblica, che l’artista riporta alla luce attraverso fotografie di grande formato in cui il suo corpo è centrale, molto spesso nudo o coperto da indumenti, quasi trascendenti nel loro essere simbolo. Il bianco torna sempre nelle fotografie: nelle scarpe – da cui il titolo del libro – ma anche in altri capi d’abbigliamento. L’artista affronta il tema della visibilità così come quello dell’invisibilità; il suo corpo, presente, agente, steso su rocce marine, adagiato sull’erba così come verticale, in posa e in movimento, nell’atto di spostare una colonna, ripreso di fronte, di dietro, è soggetto che partecipa, si oppone, si libera; è il discrimen tra interno ed esterno e come tale, per citare Barbare Krugel, il luogo della battaglia, di cui è giusto non scordarsi mai.
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