Voglio un cane non importa quale
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Descrizione
L’introspezione psicologica dei personaggi di Kitty Crowther non ha eguali; l’artista belga descrive i protagonisti, umani e animali, di questo “Voglio un cane. Non importa quale” sia a parole che per immagini con la stessa maestria, creando un terzo linguaggio che unisce testo e disegno, fatto di intuizioni, battute, evocazioni. Crowther offre un perfetto spaccato di una porzione, per quanto piccola, incisiva, di mondo contemporaneo: quello della vita agiata di una bambina piuttosto capricciosa, che va in una scuola privata, insieme ad altre bambine disabituate alla convivenza con il diverso. La mamma, intelligente signora borghese, la porta al canile per scegliere -diciamo scegliere- finalmente il tanto desiderato cagnolino. Nel libro l’artista passa in rassegna tanti cani quanti i loro “corrispettivi” umani e più, offrendo gli stessi accurati dettagli di un’enciclopedia cinofila. Principe, il cagnolino scelto da Mollie, è tanto poco esteticamente piacente, proporzionato, aggraziato quanto sorprendente, anomalo, eccezionale, diverso, riconoscibile in nessun altro cane. Mollie, attraverso un non semplice cambio di prospettiva, imparerà ad essere orgogliosa della diversità di Principe. Le immagini, circoscritte da un linea nera o libere di fluttuare e sfumare nello spazio bianco si collocano in maniera eterogenea sulla pagina, occupandola tutta, solo nella parte centrale o suddividendola in riquadri. L’arancione fluo, che è anche il colore di Principe, è da rintracciare in ogni pagina, come se fosse l’elemento di raccordo del libro. Elemento fluorescente che è protagonista indiscusso di tutta l’opera di Crowther, il cui valore appare più chiaro rapportandolo al diverso, a ciò che fluo non è.
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