Vita contemplativa o dell’inazione
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Descrizione
Potremmo ipotizzare che l’incredibile somiglianza delle parole inglesi “wonder” e “wander” delinei una relazione tra il girovagare senza meta e la meraviglia, quasi a voler suggerire che è nella mancanza di scopo, nell’assenza di un utile, contingente e preciso, che veniamo in contatto con una dimensione magica, diversa dal ripetersi del quotidiano.
Riprendersi il tempo per girovagare sembra essere un giusto modo per disinnescare i meccanismi della produzione e della riproduzione, dell’eterno ritorno dell’utile, del guadagno economico, a cui la nostra società sembra drammaticamente orientata. Un altro libro necessario per una critica che vuole essere puntuale ed efficace al nostro oggi; questo di Byung-Chul Han si annovera tra i testi principali di un vero filosofo divulgatore, capace di uscire dalla torre di avorio di una certa filosofia, senza banalizzare il pensiero, che si articola tra citazioni filosofiche, letterarie e artistiche. Interessante notare che il titolo originale, pur in tedesco, riporta l’espressione “Vita contemplativa”, quasi a voler suggerire un dialogo con il novecentesco “Vita activa” di Hannah Arendt, libro nel quale la filosofa tedesca delineava l’azione umana, anche nella sua radicalità negativa, come uno dei tratti distintivi della sua epoca, anticipando l’oggi. Tradotto da Simone Aglan-Buttazzi
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