L’Angelo delle Scarpe
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Descrizione
niziamo dal titolo che già ci ha fatto emozionare: è la crasi, voluta o non voluta non lo sappiamo, dei titoli di due tra i più popolari dipinti della nostra modernità che, non a caso, hanno interessato grandi pensatori: L’ “Angelus Novus” di Paul Klee (e la relativa riflessione di Walter Benjamin) e “Un paio di scarpe” di Vincent Van Gogh (e la relativa riflessione di Heidegger). Da un lato la storia, la visione dei molti, che spesso corrisponde all’indifferenza utilitarista, dall’altro il punto di vista del singolo sensibile a ciò che ai più passa inosservato, e tra questi due, una breccia, la luce della comprensione, dell’ascolto, dell’osservazione sincera e attenta alle esigenze altrui. L’angelo di Giovanna Zoboli ricorda Damiel e Cassiel de “Il Cielo sopra Berlino”, se non fosse che va “barefoot”, potremmo dire facendo “earthing”, un’abitudine piuttosto comune, ad esempio, down under, dove anche in sui marciapiedi metropolitani alcuni preferiscono camminare senza scarpe. Un angelo epifanico, rivelatore che appare per sconvolgere il nostro egocentrismo maniacale, per alleviare l’infelicità di giovani creature indifese, per fermare il rumorio assordante quanto banale delle nostre convinzioni. E che, come l’angelo di Klee/Benjamin è ponte tra passato e futuro, portatore di senso e di guarigione. I disegni di Joanna Concejo sono romantiche catalogazioni di oggetti, attenti studi corporei, inquadrature di volti come confessioni di emozioni e stati d’animo che occupano fluidi le pagine del libro, in una danza al ritmo delle parole commoventi di Giovanna Zoboli. Pubblicato da Topipittori
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