“La leggerezza perduta” di Cristina Bellemo e Alicia Baladan, pubblicato da Topipittori
“La leggerezza perduta” è una fiaba dall’argomento inusuale, nella quale assistiamo non solo all’evoluzione di una storia, ma anche al dispiegarsi di una riflessione morale e civica non pregiudiziale, aperta alle interpretazioni più ardite intorno al significato di superfluo, e, quindi, anche di necessario.
Di cosa abbiamo bisogno per soddisfare i nostri bisogni di vita sicura e felice? Cosa invece possiamo/dobbiamo abbandonare? Riusciamo a individuare i pesi che ci fanno sprofondare in una perenne nebbia mentale distraente, similmente a ciò che succede a chi è al potere e si accorge troppo tardi di problemi di enorme portata?
Cristina Bellemo, nella cui scrittura risuona l’eco del genio rodariano, scrive un libro che ha la profondità della filosofia, ma stando alla larga dalla verbosità che a volte caratterizza questa disciplina.
Sceglie i luoghi, i personaggi e la magia della fiaba per aprire una conversazione sul tema dell’utilità, dall’enorme portata economica, filosofica e civica, facendo uso di una buona dose di assurdità, sia per divertire il suo lettore, piccolo e adulto, sia per sottolineare la relatività della categoria: ognuno di noi ha le proprie priorità che condizionano l’idea di superfluo.
Un racconto anche visivo sul diversamente utile, su come non solo ognuno di noi valuti a proprio modo i propri bisogni e gli oggetti che permettono di soddisfare tali necessità, ma anche a favore di un anti-determinismo strumentale: ogni artefatto, manufatto – libri compresi – non ha necessariamente un unico e solo scopo, ma può adempiere a molte funzioni, a cominciare da una puramente estetica.
Per capire cosa sia la leggerezza basta guardare le illustrazioni di Alicia Baladan; divertenti immagini che occupano con grazia e fluidità il paesaggio della pagina. La loro è la leggerezza dell’ironia, della fantasia, dell’imprevedibile, simile a quella dei bambini non appesantiti dal superfluo, quello negativo, e dalle sovrastrutture mentali dell’adulto; la leggerezza di Baladan è una dote rara, quasi magica, soprattutto se riconosciamo come leggere delle illustrazioni dense di elementi, immagini piene, dove abbondano oggetti stravaganti su cui il nostro sguardo si posa per lungo tempo nel tentativo di decifrarli.
“La leggerezza perduta” è una fiaba il cui significato sociale e antropologico risuona nel quotidiano, nelle singole scelte individuali giornaliere così come nelle opinioni collettive, un esempio delle proprietà relazionali degli albi di qualità, liberi dalla tirannia dell’unico tema e capaci di collegamenti coraggiosi. Pubblicato da Topipittori nel 2013, il libro ha vinto il trofeo Baia delle Favole nell’ambito del Premio Andersen.